Un defibrillatore per lo sport, un defibrillatore per l'impianto sportivo, un defibrillatore per l'attività sportiva

MODENA: la morte di un allenatore sul campo apre il dibattito sulla presenza dei defibrilaltori negli impianti sportivi

La tragedia di Baggiovara, località della provincia di Modena, con la morte sul campo di un giovane allenatore, Andrea Morselli, ha riacceso il dibattito sulla presenza di un defibrillatori negli impianti sportivi, presenza che diventerà obbligatoria a partire dal 1 gennaio 2015 con l’entrata in vigore del Decreto BalduzziNel caso del 41enne carpigiano i soccorsi sono stati tempestivi e, purtroppo, non hanno potuto evitare il peggio.

La situazione del Comune di Modena non è certamente entusiasmante: ad oggi sono 12 gli impianti sportivi dotati di defibrillatore, su un totale di 64 strutture comprendendo anche le sei palestre della Provincia. Altre sei installazioni sono in programma nelle prossime settimane. L’applicazione del “decreto Balduzzi” del 13 settembre 2012, che sancisce l’obbligo della dotazione dei defibrillatori semiautomatici negli impianti sportivi e la presenza di personale formato e in grado di utilizzarli, incontra così qualche difficoltà, soprattutto da parte delle società che si devono caricare di questa spesa.

Il Centro Sportivo Italiano, lancia il suo messaggio: «Dispiace che questo dibattito si apra soltanto in coincidenza di eventi tragici – Stefano Gobbi, presidente provinciale del CSI di Modena – come la scomparsa di Andrea Morselli: alla sua famiglia e agli amici del Baggiovara le nostre più sentite condoglianze. Una cosa, da quanto ci è dato sapere, sembra certa: i soccorsi sono stati tempestivi vista la vicinanza dell’ospedale, quindi non stiamo parlando di ciò che si poteva fare o non fare con un defibrillatore. Questo episodio speriamo possa far scaturire, una volta per tutte, la necessità di adoperarsi e fare chiarezza in un mondo, quello del primo soccorso, dove troppo spesso negli ultimi mesi una vita è stata paragonata a un comma di legge. La vita vale molto di più di un decreto. Se si vuole affrontare il problema seriamente bisogna che diciamo le cose come stanno, senza rimandi di responsabilità. Spiace constatare che sul piano organizzativo siamo ancora molto indietro, anche Modena è indietro. Il Comune ammette di avere solo dodici defibrillatori su 64 impianti: pochi, troppo pochi. Così come il Comune non può demandare tutto alle società sportive, così anche le società sportive non possono far finta di nulla. Proprietari, gestori e società sportive devono agire insieme. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità all’interno di una legge che è tutt’altro che chiara nelle sue applicazioni e solo una cosa ribadisce in modo inequivocabile: dal 1 gennaio gli impianti dovranno essere dotati di defibrillatore e ci dovranno essere persone in grado di utilizzarlo».

Il problema è come: «Dicevo, appunto – prosegue Gobbi – che ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Come Csi di Modena chiediamo al Comune di mettersi a capo della società civile, trovando le risorse necessarie per l’acquisto dei defibrillatori. E che si faccia anche promotore, tra tutti i comuni, per creare una vera e propria rete di intervento, che non sia solo un tavolo ma passi alla parte operativa. Al sistema sportivo e sanitario spetta l’informazione e la formazione». Immediato l’intervento del Comune: l’assessore allo sport Guerzoni afferma che «entro il mese di ottobre si terrà un incontro chiarificatore con le società sportive e i gestori degli impianti e in quella sede verranno chiariti tutti gli aspetti del problema».

Il problema sono anche le professionalità: «Le società sportive – chiude Gobbi – individuino le persone pronte a prestare servizio e a rendersi disponibili. Il Csi sta lavorando ad una campagna che lanceremo nei prossimi giorni: dal 1 ottobre personale dedicato presso la nostra associazione risponderà alle richieste delle nostre società sportive e a partire da quella data ci si potrà iscrivere a corsi di formazione serale da farsi presso impianti in gestione al Csi o per ambiti distrettuali, coprendo il territorio da Fiumalbo a Massa Finalese. Metteremo a disposizione 200 posti gratuitamente per i tesserati delle nostre società affiliate che saranno

poi quelli che sul campo avranno la responsabilità dell’utilizzo: la formazione avverrà con personale altamente qualificato, chiarendo bene che, appunto, il defibrillatore non è un obbligo di legge, ma un responsabilità civile molto alta».

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